La città è grigia fuori, gli edifici si confondono con l’asfalto bagnato. Pochi i coraggiosi che affrontano una giornata di pioggia. Tu, nella tua casa, ad aspettare che il tempo cambi e il cielo plumbeo si trasformi con una pennellata di azzurro brillante. Una calda cioccolata con della panna spumosa o un libro sotto le coperte sono i tuoi migliori compagni in questi mesi freddi.
Lascia l’uggia cittadina per immergerti totalmente nelle meraviglie dell’inverno. Basteranno abiti caldi e un paio di pratiche ciaspole ai piedi.
La favola dell’inverno può essere raccontata attraverso diverse forme, percorri con noi la mappa di una storia innevata tutta italiana.
Ciaspolata alla scoperta della natura incontaminata sui pendii del Monte Rosa
Macugnaga e, in particolare Pecetto, sorgono ai piedi del Monte Rosa e della sua celebre parete Est. Il complesso montuoso regala le sue cime a chi vuole andare a scoprire il mistero profondo della montagna. Il nome Monte Rosa infatti deriva dal latino rosia, preso in prestito dal termine del dialetto locale rouése o rouja, che significa appunto ghiacciaio. Un territorio vibrante e vivace, dove scenari candidi si offrono per momenti adrenalinici tra i più memorabili, accompagnati da un’attenzione singolare per la golosità enogastronomica e per la memoria antica incorniciata nei suoi villaggi di montagna.
Sarà proprio il Monte Rosa, nella sua veste invernale incontaminata, la vera guida attraverso la magia della neve. Il punto di ritrovo è appunto Pecetto, dove una breve salita in seggiovia ti consentirà di iniziare la tua esplorazione da un punto di vista privilegiato, raggiungendo la prima tappa, il ghiacciaio del Belvedere, verso poi i bianchi pendii del Monte Rosa.
Percorri con le ciaspole ai piedi il sentiero innevato fino al rifugio Zamboni, uno degli itinerari più belli delle Alpi godendo della vista unica della catena, immerso nella natura incontaminata e nei territori della comunità Walser, insediatasi storicamente nella valle di Macugnaga.
Una volta terminata la ciaspolata, potrai immergerti nella cucina di montagna presso un celebre agriturismo della zona, la cui fondazione risale all’anno 1871.
Rientra a Pecetto usufruendo della seggiovia, continuando così l’osservazione paesaggistica delle meraviglie locali invernali.
Ciaspolata sull’appennino abruzzese alla scoperta ghiacciata del lago di Campotosto
A 1400 metri di quota all’interno dell’Alta Valle dell’Aterno si nasconde un lago, invisibile nelle stagioni più fredde perché ghiacciato, in ciclica trasformazione in infinita distesa bianca. Sotto il nome di Campotosto, questo specchio d’acqua incastonato tra le vette del Gran Sasso e dei Monti della Laga vince il primato di più grande e più alto d’Abruzzo. Dalla forma a v, i rami d’acqua si adagiano fino alle sponde di Campotosto e di Mascioni, centri abitati principali riflessi nelle sue rive.
Attrazione prediletta durante tutte le stagioni per la sua versatilità, il lago è meta di terra per le discipline del cicloturismo, footing, trekking ed equitazione. Sulla sua superficie è possibile invece fare windsurf, kitesurf e kayak circondati da una vegetazione lussureggiante di prati e boschi.
In un’atmosfera invernale capace di catapultare direttamente al Circolo polare artico, cammina lungo le coste del lago ghiacciato, dove potrai osservare qualche colorata barchetta di pescatori locali spuntare dalla fresca neve.
Con le ciaspole o racchette da neve attraversa poi vallette boscose e torrenti ghiacciati, che scorrono tra la neve resistendo al freddo dell’inverno. Tutto intorno imponenti cime, che sfiorano i 3000 metri, si stagliano a vista d’occhio.
L’esperienza ti offrirà la sua deliziosa conclusione con un pranzo a base di sapori tradizionali abruzzesi in un caratteristico rifugio della zona.
Snowshoe hike and lunch on Monte Terminillo
Imbiancata dal lento cadere dei fiocchi di neve, una via tracciata, conosciuta con il nome di Sentiero Planetario, si fa strada attraverso una faggeta secolare fino a raggiungere altezze magistrali. Siamo nel Lazio, più precisamente in provincia di Rieti. Nel paesaggio invernale del Monte Terminillo, rinominato la montagna di Roma, ti attende una scoperta dell’essenza della montagna.
Il Terminillo, gruppo sovrano dei Monti Reatini, si presenta sotto diverse formulazioni territoriali: creste, pareti rocciose, canali ed estese zone boschive lasciano spazio a verdi pascoli e insediamenti di epoche diverse. Un panorama a 360 gradi sul magico Appennino Centrale, dal quale si ha la percezione di poter sfiorare con lo sguardo il gruppo dei Monti Sibillini, i Monti della Laga, il Gran Sasso d’Italia, il Velino-Sirente, nonché le vicine montagne del Reatino e del Salto-Cicolano.
Passeggerai nella neve fresca con le ciaspole ai piedi tra boschi di faggio e colli panoramici al cospetto delle alte pareti rocciose del monte Terminillo, dove a metà percorso ti aspetterà una calda e piacevole degustazione di vin brulé. Dopo una breve sosta presso il Rifugio Sebastiani, ripartirai per salire verso la Sella di Leonessa e godere di una vista magistrale anche sui gruppi montuosi limitrofi e, da lì, scenderemo in parte lungo la Vallonina.
Al termine della ciaspolata potrai goderti un po’ di meritato relax con un ricco pranzo in un ristorante storico della zona, immerso tra i pendii dell’appennino sabino.
Ciaspolata astronomica tra i paesaggi valdostani
Rhêmes-Notre-Dame, borgo alpino dall’anima campestre e ospitale, ha la fortuna di essere gemma del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Cullata da una conca di prati che si estende a vista d’occhio, sotto l’ala protettiva della caratteristica vetta della Granta Parey, Rhêmes-Notre-Dame non ha abbandonato la sua struttura architettonica originaria di case in legno e pietra. In questa favola dedicata alla semplicità e al passato, una vacanza lenta è il miglior modo per scoprirne i segreti.
L’escursione notturna nel Parco del Gran Paradiso è un’esperienza particolare soprattutto nelle notti di plenilunio. La luce della luna, riflessa e moltiplicata dalla neve, crea un’ombra insospettabile e netta generando un’atmosfera irreale, quasi fuori dal tempo. Non essendo né notte profonda né tantomeno giorno, il cielo è particolarmente limpido, libero da quel leggero alone che caratterizza le notti estive.
Le stelle appaiono nitide, a migliaia, senza soluzione di continuità, rendendo quasi difficile il riconoscimento delle diverse costellazioni. Lo spettacolo incanta, qui l’inquinamento luminoso delle città non esiste. Roberto, il nostro Cicero, indica Orione, narrando le vicende di questo cacciatore mitologico che insidiava le ninfe Pleiadi, accompagnato dal Cane Maggiore, che contiene la splendente stella Sirio sacra agli antichi Egizi. La vanitosa Cassiopea campeggia a nord opposta all’Orsa Maggiore, dove risplende la Polare.
Le racchette ridisegnano il pendio, la neve morbida rende il passo leggero. Gli innumerevoli protagonisti di questi viaggi sono pronti a farsi conoscere. Un solo elemento, semplice ma irrinunciabile, manca alla nostra narrazione consacrata all’incanto dell’inverno: la tua presenza.