Durante queste prime settimane di blog Cicero, non era ancora capitato di affrontare itinerari interregionali, percorsi cioè capaci di cogliere istanti di bellezza multiforme attraverso diverse regioni confinanti. Per questa volta, modificando leggermente la partitura, partirai per un viaggio capace di collegare sotto un unico tema tre territori differenti, con altrettante meravigliose esperienze Cicero.
Fil rouge di questo tour è l’Appennino centrale, spina dorsale della penisola, che fa da verde cornice a centinaia di storie, feste e tradizioni. Dall’entroterra marchigiano procederai dolcemente verso sud, varcando l’accesso di quel piccolo paradiso di storia e arte che è l’Umbria, cuore verde d’Italia. Vero centro geografico della penisola è però la provincia laziale di Rieti, punto di arrivo del percorso, che si fermerà a pochi minuti dal confine con l’Abruzzo.
Between Marche, Umbria and Lazio si svelano occasioni speciali per mangiare e per bere in compagnia, per approfondire luoghi dalla storia millenaria e anche per rilassarsi tra i boschi dell’Appennino centrale. Non resta che augurarti buon viaggio e buona lettura (o, forse, sarebbe meglio dire buona Cicero Experience!).
Momenti di Appennino centrale, giorno 1
Cantiano e la sua Turba
The borgo di Cantiano, adagiato in una cornice di picchi appenninici e attraversato dall’antica Via Flaminia (che connetteva e connette tutt’oggi Roma a Rimini), è punto di partenza di un itinerario che non mancherà di riservarti sorprese indimenticabili.
Come spesso accade in Italia, anche a Cantiano millenni di storia hanno lasciato meravigliose tracce del passato, da esplorare tra chiese, palazzi e siti archeologici. Alcune specialità enogastronomiche sono poi protagoniste di una visita a Cantiano. La trota del Catria, ad esempio, è un pesce genuino e saporito, abitante delle acque purissime che sgorgano intorno al Monte Catria, una località di natura selvaggia che tra poco conoscerai insieme a un Cicero davvero speciale. Altrettanto prelibate a Cantiano sono inoltre le visciole and the amarene, così come il tartufo bianco della Valle del Balbano.
Ciò che rende ancora più speciale il borgo di Cantiano è la tradizione della Turbaone sacra rappresentazione pasquale del Venerdì Santo dove tutti i cittadini sono attori in una gigantesca recita all’aria aperta. Il nome turba potrebbe derivare dalla folla (i turbanti) che segue in processione l’evento tra le strade e piazze cittadine.
Se dovessi capitare da queste parti in periodo pasquale, non potrai perderti questa occasione, a metà strada tra il teatro e la festa di piazza: in alternativa, durante il resto dell’anno, nel Polo Museale di Sant’Agostino è aperta un’esposizione che racconta origini e svolgimento della Turba di Cantiano.
A cavallo sull’Appennino centrale
Si parlava poco fa del Monte Catria e delle altre vette appenniniche che circondano Cantiano. Si tratta di un territorio selvaggio e verdeggiante, al confine tra Umbria e Marche, ed è proprio tra queste suggestive cime che ti aspetta Giuseppe, esperto istruttore di equitazione e tuo Cicero per un’esperienza di vera tradizione appenninica.
Che tu sia un principiante o un discreto amatore dell’equitazione, non c’è persona migliore di Giuseppe per entrare a contatto con la natura dell’Appennino. La sua famiglia si occupa infatti di allevare e addestrare cavalli da oltre cent’anni. Intorno al Monte Catria vive in particolare una speciale razza autoctona di cavalli, una specie robusta e rustica, che da secoli agevola l’uomo nel trasporto della legna dalle foreste verso valle.
Insieme a Giuseppe avrai modo di imparare diverse Techniques and trucchi per vivere appieno una passeggiata a cavallo. Tutt’intorno poi la natura rigogliosa del Monte Catria non ti deluderà: persino Dante Alighieri rimase sorpreso dal paesaggio naturalistico di questi luoghi, tanto da citarli nella sua Divina Commedia, nel XXI canto del Paradiso.
Come se non bastasse, l’esperienza prevede un delicious lunch a base di specialità della zona dopo l’attività a cavallo, magari da accompagnare a qualche birra artigianale prodotta in loco.
Momenti di Appennino centrale, giorno 2
Primi attimi di Umbria
Una descrizione sommaria dell’Umbria, quasi da dizionario, potrebbe recitare così: lontana dal mare, collinosa e per diversi tratti persino montuosa, l’Umbria è un tappeto di rilievi verdeggianti e graziosi, sui quali brilla una costellazione di antiche città, che appaiono come ritagliate da un quadro e incollate dolcemente alle pendici degli Appennini.
Superato il confine regionale, procedendo da Cantiano in direzione di Perugia, ti sarà impossibile non riconoscere dunque ciò che il binomio natura e storia è stato capace di disegnare in ogni angolo dell’Umbria; attraversando Gubbio, ad esempio, o Gualdo Tadino, prima di entrare a Perugia, dove l’aggraziata bellezza umbra si mostra nella sua versione più equilibrata e armoniosa.
Quattro passi a Perugia
Etrusca e poi romana, ma soprattutto comune medievale di grande prestigio, Perugia è una città dai molteplici volti, che si riflettono nella varietà dei suoi diversi quartieri, ciascuno abbarbicato in cima a un diverso e ripido colle. Dentro a questo intricato sistema di salite e discese, scale mobili, possenti mura e raffinati campanili, brillano splendenti alcuni capolavori di arte e architettura.
Potresti partire dal centro geografico e identitario di Perugia, piazza IV novembre, dove i bassorilievi duecenteschi della Fontana Maggiore dialogano con la facciata laterale della cattedrale di San Lorenzo e le forme gotiche del palazzo dei Priori, sede della Galleria Nazionale dell’Umbria. Da qui potrai scendere verso sud, percorrendo corso Vannucci, salotto cittadino all’aria aperta, che si srotola come un tappeto rosso fino ai giardini Carducci, tra i più panoramici spazi verdi urbani del Bel Paese.
Se è vero che l’anima di Perugia è autenticamente umbra, fortemente legata al suo passato e alle sue tradizioni, gli occhi della città guardano invece al mondo, alla cultura contemporanea e al futuro, e sono lì a dimostrarlo le università perugine, le decine di iniziative rivolte a turisti e viaggiatori provenienti da tutto il mondo, gli eventi dedicati alla letteratura, to the music (chi non conosce Umbria Jazz?) e …al cioccolato!
Sì, perché Perugia è tra le capitali globali dell’oro nero, che fa impazzire i golosi di tutto il mondo, e quello tra Umbria e il cioccolato è un amore che parte dal famosissimo Bacio Perugina, ripieno di nocciole, per raggiungere vette di sopraffina qualità e innovazione alimentare.
Per scoprire allora come Perugia, in circa un secolo, sia diventata punto di riferimento per generazioni di maître chocolatier, non ti resta che bussare alla porta del tuo prossimo Cicero, Nicola Maramigifor a masterclass di pasticceria interamente dedicata al cioccolato.
Nicola Maramigi, maître chocolatier
Come molti pasticceri umbri, anche Nicola ha cominciato la sua attività professionale negli stabilimenti della Perugina, dove ha iniziato a studiare il mondo del cioccolato in tutte le sue sfaccettature. Uno studio che continua tutt’oggi: un intero universo è infatti nascosto in una barretta di cioccolato, e Nicola saprà svelarti alcune tecniche e metodi durante la sua Cicero Experience.
Ascoltando Nicola Maramigi e assaggiando le sue creazioni riuscirai a innamorarti ancora di più di questa prelibatezza, scoprendo come consistenze e gusto, colori e cottura, temperatura e conservazione fanno la differenza in ogni dolce al cioccolato.
Si passa poi alla pratica: potrai realizzare il tuo stampo personalizzato di praline ripiene e assaggiare, con il cuore pieno di orgoglio, la tua creazione. Nicola non mancherà inoltre di farti provare abbinamenti meno comuni, come quello tra il cioccolato e l’olio extra vergine di oliva, di rigorosa provenienza locale. Un diploma da “autentico cioccolatiere” attesterà le tue nuove conoscenze in chiusura del corso: sarà l’occasione per brindare a questo traguardo sorseggiando del vino umbro.
E se, come è noto, la cucina umbra non è fatta solo di dolci, non poteva mancare al termine dell’esperienza un pranzo di autentica cucina perugina, da aggiungere opzionalmente a questa attività Cicero. Tra scaglie di tartufo, paste fresche e bruschette, sarà il momento perfetto per ritrovare nei piatti della gastronomia umbra quella stessa armonia ed equilibrio, in questo caso di sapori, che rendono ogni scorcio e istante vissuto in questa regione così incantevole.
Momenti di Appennino centrale, giorno 3
Terni, la Manchester italiana
La strada che separa Perugia dalla terza (e ultima) Cicero Experience di questo itinerario appenninico attraversa un paesaggio che, al confine tra Umbria e Lazio, custodisce alcune storie interessanti, meno conosciute dal turismo convenzionale.
Terni, seconda città dell’Umbria, a due passi dalla provincia laziale di Rieti, ha legato indissolubilmente la sua storia recente all’industria siderurgica a cavallo tra Ottocento e Novecento. Una fonderia già attiva fu scelta dai nuovi regnanti dopo l’Unità d’Italia per la produzione di oggetti in ghisa e acciaio, specialmente armi che sarebbero servite al neonato esercito italiano per combattere in Europa e nelle colonie.
Dopo il ventennio fascista, un massiccio intervento di de-industrializzazione spinse i ternani a reinventare un ruolo per le grandi fabbriche cittadine, rimaste abbandonate: capolavori di archeologia industriale convivono quindi oggi magnificamente con le poche ma bellissime testimonianze della Terni medievale arrivate fino a noi.
Se a una passeggiata in centro città preferissi invece l’esplorazione di un ambiente naturalistico senza eguali, Terni è a due passi dai vertiginosi salti della cascata delle Marmore. In un frenetico contesto di ripide gole di roccia e impressionanti spostamenti d’acqua, le acque del fiume Velino si congiungono a quelle del Nera gettandosi verso la pianura lungo tre balzi, per un totale di 165 metri di dislivello.
Borgorose, Rieti: per camminare birra in mano
Da Terni bastano pochi minuti per entrare in provincia di Rieti, “Umbilicus Italiae”, l’ombelico d’Italia, come era definita nell’antichità, in quanto precisamente al centro geografico della penisola. È una bella città Rieti, perché belli sono i suoi palazzi nobiliari e i suoi monumenti, che la fanno assomigliare a Perugia in una versione più raccolta, silenziosa, essenziale.
Dovrai invece spingerti verso est fino all’altra estremità del reatino, poco prima di entrare in territorio abruzzese, per conoscere Luca, un Cicero avventuroso, camminatore instancabile e innamorato dell’Appennino laziale.
Tutt’intorno al paese di Borgorose, punto di ritrovo della Cicero Experience, si sviluppa il territorio montuoso del Cicolano, regione legata a un recente passato turbolento. Queste sono località dove il fenomeno del brigantaggio, in seguito all’Unità d’Italia, ebbe particolare consenso. Queste vallate, sul finire dell’Ottocento, furono percorse da decine di rivoltosi che non accettavano le nuove imposizioni della dominazione piemontese. Nascondendosi in territori remoti e poco popolati, buona parte dei briganti abitò per anni i crinali dell’Appennino centrale.
In tempi decisamente più recenti, a partire dal 2015, è stato sviluppato il sentiero turistico del Way of the Brigands, che ripercorre questa storia tutta italiana spesso dimenticata, compiendo un anello circolare che interseca luoghi di natura incontaminata dell’Appennino tra Lazio e Abruzzo.
Il Cicero Luca, grande amante del trekking, ti guiderà dunque a piedi lungo una tratta del Cammino dei Briganti, di circa 10 chilometri, alla scoperta di paesaggi mozzafiato e monumenti sorprendenti, come la chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta.
Terminata l’escursione, sarà l’attimo giusto per un ultimo brindisi dal sapore di vera montagna: rientrato a Borgorose, la tua Cicero Experience con Luca prevede infatti una visita a un birrificio artigianalewith tasting di diverse tipologie brassicole, accompagnate da taglieri di salumi e formaggi, per rendere un po’ meno amaro il tuo arrivederci alle terre dell’Appennino centrale.