Affiancato da ripidi rilievi verdeggianti abitati da foreste di betulle, faggi e castagni e attraversati da decine di sentieri escursionistici, questo specchio d’acqua collega le campagne di Borgomanero con la valle del torrente Strona.
Quella del Cusio è una regione che vive di contrasti un tratto distintivo che la rende così magica e suggestiva.
Antitetica, ad esempio, è l’enogastronomia, dove alcuni prodotti alpini, come il prosciutto della Val Vigezzo e i formaggi d’alpeggio della Val Formazza, condividono la tavola con i gustosi chicchi delle risaie novaresi. È proprio attraverso questo bacino lacustre, infatti, che dalla pianura piemontese si raggiungono le valli che, più avanti, arrivano al confine svizzero.
Altrettanto dissonante è il paesaggio: colorati villaggi di pescatori e rigogliosi promontori incontaminati sopravvivono accanto a sobri complessi industriali che testimoniano il passato e il presente imprenditoriale del territorio, specialmente nel settore della rubinetteria.
E ancora, Orta è incastonata tra il glamour scintillante del Verbano (alias Lago Maggiore) e l’operoso pragmatismo della Valsesia. Il Cusio tuttavia non propende verso nessuna delle due parti e mantiene intatta una propria identità di confine, riassunta a meraviglia dall’isola di San Giulio.
Cicero Experience collabora con diversi professionisti locali per creare occasioni di turismo sostenibile alla ricerca dell’anima autentica di questi luoghi. I tre giorni previsti per questo itinerario contano altrettante proposte Cicero, per vivere il Cusio dal monte, dall’acqua e… dalla griglia! Corri a fare le valigie!
Omegna la creativa, ideale pied-à-terre
Cittadina dinamica e laboriosa all’estremità settentrionale del Cusio, Omegna sarà il tuo fidato pied-à-terre per questi 3 giorni sul Lago d’Orta, miglior punto di partenza per scoprire la regione insieme a Cicero Experience. Paese natio di Alfonso Bialetti, inventore della caffettiera moka, e del celeberrimo Gianni Rodari, Omegna ha evidentemente nel DNA una forte carica di genialità e creatività, come dimostra anche la parrocchiale romanica di Sant’Ambrogio, a metà strada tra il romanico, il gotico e il barocco.
Non a caso, diversi pensatori hanno amato i paesaggi lacustri del Cusio: Mario Soldati, Honoré de Balzac, Luis Sepúlveda, per citarne alcuni. E ritroviamo la stessa creatività e passione anche nel conoscere Alessandro e Patrizio, i due Cicero per questa prima giornata di esplorazione.
Una gita sul Lago d’Orta, giorno 1
Canoe canadesi e picnic lacustre
Alessandro e Patrizio, esperti conoscitori del Cusio, ci accolgono con una splendida colazione di benvenuto sui moli della Canottieri Omegna. Per questo tour in canoa sul Lago d’Orta, a filo d’acqua tra calette e paesaggi selvaggi, salirai a bordo di alcune canoe canadesi, rivestite di legno colorato. Ogni canoa ospita quattro naviganti al massimo, che si siedono in fila indiana lungo il profilo affilato ed elegante di queste peculiari imbarcazioni.
Per remare, ogni partecipante ha a disposizione una pagaia ad una sola pala. Due pale toccano l’acqua sulla destra, le altre due sulla sinistra: per un attimo pare di essere su un set hollywoodiano, tra tribù di nativi americani che sguazzano su e giù attraverso fiumi leggendari, dal Missouri al Mississippi.
Durante il percorso si costeggia un’antica darsena e una centrale idroelettrica, immersa nella vegetazione. Attraverso questo tratto di costa, abitato da tartarughe e aironi cenerini, passava l’antica via del legname: i tronchi recuperati nelle foreste erano trasportati (non senza ostacoli) verso Omegna, pronti per la lavorazione. Da queste parti potresti intravedere anche alcune statue di draghi sputafuoco, che sembrano posizionate come amuleti benefici, e siamo certi che Alessandro e Patrizio sapranno spiegarti l’origine di questa leggenda…
Diverse pagaiate più tardi, ecco la veduta che l’intero equipaggio aspettava con ansia. In località Nonio, compare sulla destra il fragoroso getto della cascata della Qualba. É il momento perfetto per un picnic rilassante, prima di riprendere a remare verso il punto di partenza.
I tanti porcini della Madonna del Sasso
Per completare la visita della costa occidentale del Lago d’Orta, una volta tornati sulla terraferma, si potrebbe risalire la montagna verso la frazione Boleto, un’area che è così chiamata perché, secondo la tradizione popolare, è particolarmente ricca di funghi porcini (Boletus Edulis).
Non lontano, il Santuario della Madonna del Sasso si sporge da una rupe verso il Cusio, a 638 metri di altitudine. Da qui si aprono panorami indimenticabili e scorci sul lago e sulle montagne, ma bisogna entrare in chiesa per scoprire la storia di Pietro Paolo Minola, fondatore del complesso.
Prima di rientrare verso Omegna, non puoi mancare una visita a San Maurizio d’Opaglio, città storicamente nota per la produzione di valvole, tubi e rubinetti. Un piccolo museo è dedicato alla storia delle tecnologie con le quali case, ville e appartamenti hanno potuto dotarsi di acqua corrente.
Una gita sul Lago d’Orta, giorno 2
Biciclette ai piedi del Mottarone
La seconda giornata sul Lago d’Orta è inevitabilmente dedicata all’altra sponda, quella orientale, altrettanto selvaggia ma ricca anche di storia e cultura. Per l’esperienza Cicero della mattinata ritroverai con piacere il Cicero Alessandro: se ieri in sua compagnia hai lambito le acque del Cusio a bordo di una canoa, oggi invece fenderai foreste e villaggi secondo una nuova modalità di viaggio. Partiamo dunque da Omegna in sella a un’e-bike!
Giusto un paio di informazioni e istruzioni e siamo già pronti a partire. Uscendo da Omegna verso est, si risalgono lentamente le pendici del Mottarone. I 1.492 metri di questa cima ti separano da Stresa e dal Lago Maggiore: da lì in alto, si aprono panorami indimenticabili su tutto l’arco alpino.
Tutta questa zona collinare è amata da sportivi di ogni genere: c’è chi cammina e chi si inerpica sulla roccia, c’è poi chi (come te!) pedala, e persino chi prova il downhill, gettandosi temerario a tutta velocità lungo i sentieri più ripidi e dissestati. D’inverno sul Mottarone si può anche sciare, mentre durante la bella stagione è aperta una pista su rotaia, simile a una montagna russa in versione piemontese.
Tra le onde del lago, sulla nostra destra, potresti intravedere qualche appassionato di sci nautico e wakeboard, trasportato da splendidi motoscafi che lasciano nell’aria nuvole di acqua dolce. Spesso spuntano qua e là lungo le coste del Cusio alcuni sub amatori, che esplorano i fondali lacustri. E pensare che, fino a non molti decenni fa, la biodiversità del lago era compromessa in modo quasi irreversibile a causa dell’inquinamento industriale, finché poi non è intervenuta in prima persona la comunità locale, con progetti di salvaguardia ambientale.
Continua poi la traversata tra prati e boschi, e ti rincuorerà sapere che, se non fosse per l’efficientissimo sistema elettrico delle biciclette di Alessandro, alcune salite sarebbero quasi impraticabili!
Sopra alle sfarzose dimore di Crabbia e Pettenasco si tocca la destinazione finale, la cima del Monte Barro, che offre uno dei panorami più emozionanti sul paesaggio di Orta. Tornando verso Omegna, c’è ancora tempo per raggiungere una meravigliosa cascata che il torrente Pescone disegna da secoli nei pressi di Agrano. Il torrente regala non poche soddisfazioni ai pescatori locali ma è decisamente meglio, dopo un bagno rinfrescante, dedicarsi all’aperitivo (o a quest’ora è meglio dire merenda?) che Alessandro ha preparato per il gruppo.
Orta San Giulio, tra storia e fede
Restituite le biciclette e salutato per la seconda volta Alessandro, non ti resta che approfondire la visita della costa orientale del Cusio, tra Orta San Giulio, fiorente centro di origine medievale, e i suoi immediati dintorni. Già all’entrata del borgo ti stupirai davanti alla torre arabeggiante di Villa Crespi, incantevole sede di un resort e di un ristorante di alta cucina, commissionata a fine Ottocento da Cristoforo Crespi (proprio lui, l’illuminato imprenditore tessile di Crespi d’Adda) come residenza fuori città.
Prima di dirigerti verso il nucleo antico di Orta San Giulio, potresti aggiungere al rullino fotografico qualche scatto delle venti cappelle che compongono la salita al Sacro Monte di Orta. Un capolavoro di devozione, ma anche di arte, consacrato alla vita di San Francesco d’Assisi che persino l’UNESCO ha riconosciuto di valore universale, insieme agli altri Sacri Monti di Piemonte e Lombardia.
Tornando verso il lago, si fa conoscenza con la sorprendente piazza Mario Motta, immensa terrazza pubblica a filo d’acqua, dove per secoli la comunità di Orta si è riunita a legiferare. Le raffinate decorazioni dei palazzi sulla terraferma non riescono però a catturare l’attenzione quanto l’inconfondibile silhouette dell’Isola di San Giulio, che sembra caduta a pochi metri dalla riva come un meteorite dallo spazio.
Cinque brevissimi minuti di battello ti separano dalle diverse storie e leggende legate a questo isolotto, che coinvolgono draghi pagani, santi architetti e persino un anziano e buffo miliardario di nome Lamberto. Insomma, nuovi, formidabili contrasti che tingono ancora di magia questi luoghi piemontesi.
Giorno 3: una chef experience per dirsi addio (o arrivederci)
Cosa meglio di una lezione di cucina in pieno stile Cicero può chiudere questo intenso itinerario? Salutando Omegna per un’ultima volta, bastano alcuni minuti di guida verso sud per raggiungere la trattoria Antica Cartiera a Pella, un affascinante borgo che fronteggia Orta San Giulio sulla sponda occidentale del Cusio.
Chef Sabina Magistro, Cicero protagonista di quest’ultima esperienza, ti aspetta per un’avventura gourmet tra fuochi e fornelli, o come ci piace chiamarla, una brigata experience. Durante un’intera mattinata Sabina, che è stata insegnante di cucina ancor prima di diventare chef, sarà la compagna di viaggio ideale per andare alla scoperta di ricette e metodi di lavoro di una trattoria contemporanea.
Dopo una colazione con la brigata dell’Antica Cartiera, imparerai come utilizzare e impiattare ingredienti di qualità eccelsa, procedendo fino a una attesissima conclusione. Sarai infatti protagonista del pranzo in cucina e in sala, preparando e servendo le portate ai clienti del ristorante (non prima di aver assaggiato insieme i piatti preparati!).
P.s. Nel caso avessi paura di dimenticare gli insegnamenti di Sabina, potrai portare a casa un ricettario dettagliato di quello che hai imparato, per riproporre a casa i sapori del Lago d’Orta!