Varenna – Lecco: un weekend con Cicero sulle acque del Lario

Uno specchio d’acqua celebrato in tutto il mondo: è il Lago di Como, luogo ideale da visitare e da vivere, magari in compagnia di un Cicero.

Sarà per il clima piacevole, per le ville sfarzose e i lussureggianti giardini, specialmente tra Varenna e Lecco, che richiamano tutto l’anno viaggiatori da ogni dove. Sarà per i villaggi di pescatori, suggestivi e coloratissimi, che dagli imbarcaderi si arrampicano ripidi verso alcune delle più belle cime lombarde. O forse sarà per la sua gastronomia tipica, a metà strada tra le Alpi e il Mediterraneo.

Quale però, tra i suoi tanti tratti distintivi, rende il Lario (toponimo ufficiale del Lago di Como) un luogo tanto speciale e unico? Probabilmente la sua capacità di regalare storie e prospettive mutevoli man mano che, partendo dalle aguzze estremità di questa gigantesca ipsilon rovesciata, ci si avvicina al centro lago. 

Per vivere appieno la sua varietà di paesaggi e tradizioni, è difficile pensare a compagni di viaggio migliori di quelli che Cicero ha inserito tra le sue esperienze.

Quel ramo del lago di… Lecco

Tra le facce sempre nuove che il Lario regala a noi viaggiatori, oggi ti porteremo alla scoperta della costa lecchese, “quel ramo del lago di Como” tanto celebrato dal Manzoni nei suoi Promessi Sposi. Oltre a essere particolarmente soleggiato, questo tratto di lago, che dal borgo di Varenna scende giù fino all’Adda, è il più comodo da esplorare, non solo in automobile.

I treni regionali sfrecciano lungo tutta la costa che unisce Lecco a Colico, gli amanti dell’escursionismo potranno camminare sull’incantevole Sentiero del Viandante, ma c’è anche tanto divertimento in vista per i motociclisti, che tra un tornante e l’altro giungono numerosi a Mandello del Lario per rendere omaggio allo storico stabilimento Moto Guzzi.

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Il borgo di Varenna dal lago

Varenna – Lecco, giorno 1

Bellano, Villa Monastero e altre perle del centro lago

Tra Varenna e Bellano regna un’atmosfera gioiosa e raffinata, descritta nei testi di scrittori e poeti, non ultimo il romanziere Andrea Vitali, che qui è nato e cresciuto.

Il nostro itinerario comincia con una mattinata tra le strade di Bellano. Superata l’eccezionale facciata gotica della parrocchiale di Bellano, che alterna pietre di vari colori, saliamo verso l’ingresso dell’Orrido. Qui il torrente Pioverna, pochi metri prima di gettarsi nel lago, scava da milioni di anni le pareti di una profonda gola di roccia, che taglia a metà il paesaggio. 

Alcune passerelle artificiali ti porteranno dentro a questo spaventoso canyon, citato dallo stesso Stendhal. Anche se spesso chiusa al pubblico, a pochi metri dall’Orrido merita un’ulteriore sosta la cà del diavol, una torretta solitaria avvolta nel mistero, che si dice abbia ospitato in passato riti satanici e orgiastici.

Nei dintorni di Bellano ci sarebbero diverse altre meraviglie, basti pensare al castello-recinto medievale di Corenno Plinio, o alla suggestiva abbazia di Santa Maria di Piona. Per questa volta però è tempo di scendere verso Varenna, per conoscere Nadia Lillia, la prima Cicero di questo indimenticabile weekend lombardo.

Una Lucia (senza Renzo) tra i colori di Varenna

A Varenna Nadia è nata e cresciuta, e conosce il Lario come le sue tasche. Anche lei, come tanti abitanti doc dei dintorni, sa bene che non si può capire veramente il lago finché non si solcano le sue acque, particolarmente attraenti nella bella stagione.

Ecco che allora, per aggiungere nuovi e inebrianti scorci al nostro rullino fotografico, ti aspetta un tour in barca su una lucia. Da dove deriva il nome bizzarro di questa speciale imbarcazione lacustre? La spiegazione rievoca nuovamente il Manzoni, dato che la Lucia Mondella dei Promessi Sposi scappò lungo le rive dell’Adda utilizzando un simile scafo!

Cominciamo allora questo pomeriggio lacustre con Nadia osservando Varenna da un lato alternativo, e cioè dalle sue acque. Nadia trasmette con parole e gesti il suo amore smisurato per la natura e la storia di queste sponde: adagiato su un piccolo sperone, il villaggio mostra le sue antiche case, addossate l’una all’altra e, soprattutto, a diretto contatto con la riva. Sì perché a Varenna, a differenza di molti altri borghi, non è mai stata creata una passeggiata lungolago: un motivo in più per scegliere di visitarla in lucia.

Non lontano dalle ripide viuzze del centro storico spiccano davanti agli occhi altre sorprendenti vedute, come quelle regalate da Villa Cipressi, sede di un lussuoso albergo, con i suoi giardini rigogliosi. Poco oltre, lo sguardo si posa su Villa Monastero: dal basso delle nostre lucie a filo d’acqua riusciamo a intravedere la sinfonia di sculture e terrazzamenti, ornati da specie vegetali esotiche, che circondano quello che fino al ‘500 è stato un convento cistercense. 

Nadia non mancherà di indicarti infine la foce del fiume più breve d’Italia: il torrente Fiumelatte, che interrompe il suo percorso dopo appena 250 metri. Persino Leonardo lo cita nel suo Codice Atlantico, e pare che il nome derivi dalla schiuma bianca prodotta dalla sua fragorosa discesa verso il lago.

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La lucia: tipica imbarcazione del Lario

Tramonto lacustre tra cocktail e delizie locali

L’esperienza prosegue con una piacevole passeggiata tra le vie di Varenna fino a un luogo segreto dove ti aspetta un aperitivo aperto sui superbi panorami del Lario. All’orizzonte spuntano le sfarzose dimore di Menaggio e Tremezzo, mete di indiscutibile bellezza frequentate dall’élite internazionale. 

Sulla sinistra, Nadia riconosce il promontorio di Bellagio, che come una freccia sottile divide da millenni quelle che un tempo erano le due colate glaciali del fiume Adda, e che oggi altro non sono che i due rami del Lario: quello comasco e quello lecchese.

Davanti a tanta bellezza, anche il palato vuole la sua parte, e quel famoso (e promesso) buffet di prodotti del territorio non tarda a comparire tra i tavoli allestiti, ultimo atto di questa prima giornata di esplorazione.

Varenna – Lecco, giorno 2

Adrenalina e romanticismo lombardo

Una spianata di docili acque affianca la strada panoramica che tra Varenna e Lecco si srotola tortuosa verso sud. Procediamo attraverso borghi dal ricco passato che, prima di finire nelle mani dei duchi di Milano, hanno visto passare anche i valorosi Longobardi e Franchi.

Lierna ad esempio è arricchita da una comoda spiaggia di ciottoli e da un nucleo medievale proteso verso il lago. Poco oltre, Mandello del Lario è famosa per la sua posizione soleggiata, nonché per aver visto nascere nello storico stabilimento Guzzi migliaia di motociclette leggendarie. Un piccolo museo è interamente dedicato alle vicende di questa casa motociclistica. 

Gli spazi agricoli della costa lecchese non sono meno interessanti, per chi sa apprezzare l’antica tecnica dei ronchi, che sfrutta le salite di montagna per creare ripiani coltivati a gradoni. A guardarli con occhi creativi, i ronchi sembrano mastodontici scalini, solcati da giganti immaginari che si arrampicano verso le rocce delle Grigne.

Pochi chilometri, ed ecco comparire l’alto campanile di San Nicolò, a Lecco, non lontano da dove il maestoso Adda ricomincia il suo percorso, alimentando le acque dei piccoli laghi di Garlate e Olginate. 

Lecco dall’aria…

Un gruppo di picchi rocciosi racchiude Lecco in una conca fiabesca, dominata dal monte Serrada: il Resegone dei Promessi Sposi manzoniani, così chiamato per la linea seghettata che le sue cime disegnano contro il cielo. 

Meriterebbe un itinerario a parte anche la Valsassina, che si imbocca appena sopra la città, dall’autentica anima rurale. Sarà per un’altra volta: Riccardo Brigliadori ci sta aspettando a bordo del suo idrovolante per un’altra, memorabile Cicero Experience.

Siamo all’ingresso dell’Aviosuperficie Kong, comune di Monte Marenzo, dove la scuola di volo “Pilota Per Sempre” organizza in collaborazione con Cicero un’esperienza di volo in idrovolante, in totale sicurezza.

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Ammaraggio in idrovolante con Brigliadori

Dopo una breve lezione introduttiva dedicata alle informazioni basilari su aeromobile e modalità di volo, conosciamo il nostro Cicero. Classe 1968, erede di una tradizione familiare di aviatori, Riccardo Brigliadori non poteva che replicare i successi di suo padre Leonardo, storico campione di volo a vela, diventando anche lui membro della nazionale e campione italiano per molti anni. 

Insomma, come avrai capito, volare con Riccardo è come mettersi ai fornelli con Gualtiero Marchesi, o suonare un pianoforte a quattro mani con Ray Charles. Oggi Brigliadori è principalmente istruttore e formatore, e in questa veste si presenta come nostro accompagnatore. Il percorso può durare 45 o 90 minuti a seconda della distanza che vorrete coprire in sua compagnia. 

La tensione del primo decollo, tra gli stretti sedili che all’improvviso si alzano verso il cielo, muta in stupore, al vedere il paesaggio del Lario vestito di nuove forme e colori. Proprio quando corpo e mente cominciano ad abituarsi a queste nuove sensazioni, è il momento di fare sul serio e Riccardo ci insegna i rudimenti base del volo su idrovolante, dandoci il controllo di leve e pedali.

Sorvoliamo il ramo lecchese su fino a Bellagio, ne intravediamo le fastose ville e giardini, che sembrano avvicinarsi vertiginosamente ai nostri occhi quando il Cicero ci fa scendere sul lago per il primo ammaraggio. Ne seguiranno diversi altri, di ammaraggi, prima di un lento e già nostalgico ritorno verso la pista di atterraggio.

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L’inconfondibile campanile di San Nicolò

… e Lecco dall’acqua

Dopo aver salutato e ringraziato affettuosamente Riccardo, torniamo in territorio lecchese, dove possiamo smaltire l’adrenalina del volo tra le vie del centro storico. 

Il campanile neogotico di San Nicolò si staglia sul paesaggio con i suoi 96 metri di altezza. Alcuni lecchesi lo chiamano il Matitone, e la cosa non ci sorprende quando guardiamo la punta affilata, la pianta ottagonale, l’altezza smisurata della torre rispetto all’urbanistica circostante.

Un pomeriggio in città non è completo senza una visita al Palazzo delle Paure, per una mostra temporanea, o magari per esplorare le collezioni civiche di arte contemporanea. In alternativa, per mantenere viva l’adrenalina del mattino, potrete accedere a una sezione museale dedicata ad alcuni grandi alpinisti e scalatori lecchesi.

La domanda sorge spontanea: quali saranno mai le paure (pagür, in dialetto) che danno il nome al palazzo? Pare che il titolo sia nato prima degli anni Sessanta, quando in queste sale i lecchesi intimoriti venivano a pagare le tasse…

Non basterebbe un intero articolo per raccontare poi i diversi luoghi manzoniani sparsi tra le vie di Lecco: Palazzo Belgiojoso certamente, ma anche i rioni di Olate e di Pescarenico, dove sorge il convento di Fra Cristoforo

E proprio a due passi dalle rive dell’Addio Monti potreste intravedere adagiata sull’Adda una pittoresca isoletta, l’Isola Viscontea, protagonista dell’ultima Cicero Experience di questo ricco fine settimana.

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Tutto pronto sull’Isola Viscontea

Cena a lume di candela sull’Isola Viscontea

È un atollo privato e rigoglioso quello su cui Chef Luigi Gandola ci accoglie per una serata magica nel nome del buon bere e del buon mangiare, in chiusura di itinerario. Luigi scende regolarmente dal suo ristorante, il Salice Blu di Bellagio, giù fino alle sponde dell’Isola Viscontea, per deliziare gli ospiti di Cicero con la sua cucina creativa, accompagnata da note di musica live che abbelliscono ulteriormente l’atmosfera.
Potremmo raccontarti tanto altro di questa esperienza di alta cucina, ma che senso avrebbe rovinarti la sorpresa? Lasciati viziare allora da Chef Gandola e prenota al più presto la tua cena sull’Isola Viscontea.

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