Una montagna da Stella Verde Michelin

Michele Lazzarini, head chef della farm 4.0 Contrada Bricconi, si racconta a Cicero Experience con un’intervista dedicata alla sua filosofia culinaria, che unisce dedizione, talento e sostenibilità nell’alta Val Seriana, in un’esperienza tra passato e futuro.

”Non potrei lavorare in un luogo dove dalle finestre non si vedono le montagne”.

Questa è la citazione che, tra le tante, meglio racconta la figura di Michele Lazzarini e il suo modus operandi tra i fornelli. Michele, sous chef e head chef presso il tristellato St. Hubertus di Norbert Niederkofler per all’incirca 10 anni e Stella Verde Michelin nel 2022, nasce in Val Seriana, più precisamente a Gandellino (BG). La cucina è parte della sua vita fin dall’infanzia: nonni, mamma e zii sono tutti legati alla ristorazione e ai suoi sapori. Un percorso di tre anni di alberghiero, e poi parte a mangiarsi il mondo intero: uno stage da Gualtiero Marchesi a L’Albereta, a St. Moritz per due stagioni invernali, passa per la Franciacorta, l’Olanda per qualche mese, e poi approda al St. Hubertus in Alto Adige a 21 anni. Ma non si ferma ancora: nel periodo di chiusura lavora nelle cucine con una filosofia a lui affine in Perù, Cile, Messico, Nord Europa e Spagna.

Arriva poi il 2019 e Michele incontra Giacomo Perletti. Originario di Grumello del Monte, ha deciso di ridare valore a una contrada del 1500 a Oltressenda Alta, la Contrada Bricconi, con un progetto agricolo che punta al connubio tra tradizione, rispetto della natura e propensione all’innovazione, e inizia così uno scambio sinergico e totalizzante tra il mondo agricolo e il mondo culinario. Dopo più di un decennio di esperienze tra le cucine più innovative al mondo, Michele, che ha sempre voluto tornare a casa ed essere chef tra le sue valli, ha trovato la sua risposta alla domanda “Cosa voglio dal mio futuro?” 

La Contrada Bricconi diventa la nuova ma vecchia terra di approdo di Michele con un vero ritorno a casa e alle sue origini. Mettersi di nuovo in gioco e iniziare una nuova sfida, avere un impatto reale e importante sul suo territorio e portare avanti i valori di sostenibilità. Questa è la Contrada Bricconi per Michele. 

Trota alla brace – Trota cotta sulla brace solo dalla parte della pelle. In accompagnamento una salsa all’acqua di pomodoro e crème fraîche e dell’olio all’abete

“In Contrada Bricconi la cucina di montagna viene portata a terra, essendo all’interno di un’azienda agricola. Infatti, i prodotti della nostra cucina sono frutto del nostro stesso lavoro, viviamo in costante contatto e confronto con la natura e le sue leggi. Ed è la sfida che cercavo da tempo: unire la mia cucina e la mia lunga esperienza a un’agricoltura di montagna, a casa.”

L’esperienza con Cicero Experience si realizza in diversi elementi, scindibili a seconda del proprio gusto. Una cena a cinque portate unicamente incentrata sui sapori del territorio, eseguita ovviamente da Michele, seguita da un pernottamento nell’abbraccio della Val Seriana. Il risveglio è dedicato alla natura che circonda la Contrada alla ricerca degli ingredienti per il primo pasto della giornata, tra erbe, spezie e prodotti a km 0. Un finale di meraviglia con la preparazione della colazione e un momento di convivialità con lo chef.

La cucina della Contrada Bricconi si esplica in un racconto esemplare: un menù unico, e di conseguenza l’obbligo di seguire un viaggio e un percorso che valorizza a pieno il lavoro agricolo della Contrada e i prodotti dei piccoli produttori della valle stessa, andando ad aiutare la sua economia interna e lo sviluppo di un territorio in spopolamento.

La scelta di creare un’esperienza dedicata al momento della colazione, oggetto raro di masterclass stellate, rivela ancora una volta l’abbraccio completo e totalizzante con la natura.

Il latte che viene munto ogni mattina, lo yogurt, i formaggi, i lievitati, le erbe e le spezie che coltiviamo o che il territorio ci offre. Uno dei momenti che preferisco qui in Contrada è proprio la mattina, quando la montagna attorno ci regala il suo lento risveglio”, ci spiega lo chef sognante.

Da sinistra Michele Lazzarini con Rudo e due collaboratori

Una cucina, quindi, non a immagine dello chef come istituzione ma dedicata all’agricoltura, alla stagionalità, alle leggi naturali. In ogni portata c’è una storia, di tradizione, di viaggio, di rivisitazione. Una combinazione che non vuole limiti, se non quello di pieno rispetto verso ciò che ci circonda e i suoi ritmi.

La cucina di Michele non potrebbe esistere se non in fusione con la natura, e da essa essere rinvigorita e costantemente modellata, tra ispirazione e sfida in continua comunione.

“La mia cucina ha bisogno di essere immersa tra queste montagne. Vorremmo che la Contrada diventasse un punto di riferimento come progetto di montagna, di conseguenza la cultura di montagna sia sempre più valorizzata. Perché è questo che facciamo, creiamo cultura.”

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